VERBALE COMITATO TECNICO ATAVI – RIUNIONE 12 OTTOBRE 2010

 
VERBALE DEL COMITATO TECNICO ATAVI  DEL 12 OTTOBRE 2010
 
In data 12 ottobre 2010 presso la Trattoria Ponte Guerro di Spilamberto (Modena) si è riunito il Comitato Tecnico dell’ATAVI con inizio alle ore 10.
Presenti alla riunione: Fabrizio Bonanno (presidente), Antonio Crepaldi (coordinatore), Corrado Barani (componente), dott.ssa Franca Vaccari Simonini (ospite). Alla riunione ha assistito Luisa Caiani nella sua veste di segretaria dell’ATAVI. Assente giustificata Manola Poggesi (componente del C.T.).
La riunione ha avuto i seguenti punti all’ordine del giorno:

 

1) Introduzione del Presidente Fabrizio Bonanno: il presidente ha dato il benvenuto alla dott.ssa Franca Vaccari Simonini, assegnista di ricerca al Dipartimento di Produzioni Animali, Biotecnologie Veterinarie, Qualità e Sicurezza degli Alimenti della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma, ringraziandola a nome dell’associazione per le misurazioni biometriche effettuate durante il raduno di Sassuolo dell’11 settembre, peraltro ufficializzate dal C.T. dell’ATAVI. Il presidente, d’intesa con i convenuti, ha formalmente proposto alla dott.ssa Vaccari Simonini di entrare a far parte del C.T. dell’ATAVI, riservandosi di richiedere una delibera del C.D. dell’Atavi in tal senso. La stessa che ha volentieri accettato, mettendosi comunque a disposizione per collaborare fattivamente dal punto di vista scientifico. Il presidente ha poi illustrato l’ordine del giorno, per portare a conoscenza della dott.ssa Vaccari Simonini gli obiettivi tecnici dell’ATAVI.

 

2) Considerazioni del giudice Antonio Crepaldi sul raduno di Sassuolo dell’11 settembre: Antonio Crepaldi ha ribadito i punti essenziali riportati in un’ampia relazione già pubblicata sul sito dell’ATAVI. Antonio Crepaldi ha evidenziato che l’obiettivo dei giudizi al raduno era rivolto all’allevamento, cioè ad indicare in termini di qualifiche e classifiche i soggetti più adatti a migliorare la selezione della razza attraverso i punti cardine dello standard a garanzia della tipicità. I giudizi hanno così evidenziato i soggetti dalla testa dai rapporti corretti con cranio ben largo, espressione di razza favorita dagli occhi rotondeggianti, buon stop ma non esagerato, muso ben pieno, cranio ovoidale e non a palla, coda non corta, mantello di corretta tessitura vitrea e piuttosto consistente al tatto, che così è rustico e funzionale contro le intemperie, rispetto al difettoso pelo leggero, sottolineando che lo standard richiede il pelo di copertura sollevato (in presenza di folto sottopelo), perciò non “sparato”, come qualcuno sostiene erroneamente. Il BOB e CAC maschi del raduno è stato conseguentemente scelto con l’anzidetto criterio di giudizio in quanto presenta soprattutto straordinaria tipicità della testa, coda di giusta lunghezza e mantello di eccellente rusticità, entro una costruzione quadrata. Anche il CAC delle femmine è stato assegnato per caratteristiche analoghe. Tali soggetti CAC inoltre rientrano nell’altezza al limite minimo dell’ideale in quanto il maschio è 27 cm e la femmina è 25,5 cm e soltanto il confronto con soggetti di taglia oltre il limite massimo dell’ideale, ossia nei limiti considerati solo di tolleranza, può far sembrare piccoli dei soggetti invece corretti anche nella taglia. Antonio Crepaldi ha poi portato l’attenzione ai tre difetti più evidenti emersi al raduno, ovvero la coda corta, il pelo leggero ed il posteriore troppo angolato. Alla richiesta di delucidazione da parte del presidente Bonanno riguardo a quest’ultimo difetto, Crepaldi ha illustrato che per “troppo angolato” si intende un’angolatura eccessiva del posteriore da rendere il Volpino Italiano assomigliante in proposito ad un “piccolo pastore tedesco”, perciò non tipico della nostra razza autoctona che deve restare un cane galoppatore e saltatore con trotto normale (ordinario) e non costruito erroneamente da trottatore spinto. Si è quindi precisato che l’angolatura posteriore ideale del Volpino Italiano è quella media, mentre il posteriore dritto da “chow chow” è altrettanto difettoso, anzitutto perché non funzionale per mancanza di spinta, ovvero con difetto opposto al posteriore troppo angolato ed ancora più grave non solo per ragioni di funzionalità ma anche di scorrettezza articolare. Le considerazioni del giudice del raduno di settembre si sono concluse evidenziando che in classe libera maschi gli eccellenti sono stati solo tre, perciò il dato non è confortante relativamente al quantitativo di potenziali nuovi stalloni disponibili attualmente ad un certo livello di tipicità, poiché appunto sulla tipicità è stata basata l’assegnazione della massima qualifica.

 

3) Relazione sui rilievi biometrici a cura della dott.ssa Franca Vaccari Simonini: presentata in proposito una prima indagine statistica confrontata con le misure riportate nello standard sulla media dei soggetti misurati accuratamente nei tratti morfologici più importanti durante il raduno di Sassuolo dell’11 settembre. In totale i soggetti sottoposti volontariamente a misurazione sono stati 41 (tra i quali 6 rossi), compresi 3 esemplari bianchi nati nel 2010 che per l’età non sono ovviamente entrati nel computo della media statistica. Tra i dati illustrati dalla dott.ssa Franca Vaccari Simonini è emerso un particolare sorprendente relativamente alla lunghezza della spalla risultata il doppio di 1/4 dell’altezza al garrese indicato dallo standard. Ciò può essere spiegabile dal fatto che la lunghezza della spalla indicata dallo standard derivi dalla teorizzazione di tale rapporto al momento della stesura, dovuto al fatto che suddividendo teoricamente l’arto anteriore nel 50 % tra i segmenti superiori ed inferiori al gomito, il redattore dello standard può aver calcolato il 25 % da assegnare alla scapola quale uno dei due segmenti situati superiormente al gomito. La realtà biometrica è invece piuttosto differente, ma ciò, come ha precisato la dott.ssa Franca Vaccari Simonini, risulta corretto in considerazione che la spalla lunga è sempre un pregio per la sua funzionalità. Tra le altre misurazioni è stata sottolineata la media dell’altezza al garrese di 30,5 cm per le femmine e di 32,7 cm per i maschi. Questa media risulta preoccupante in considerazione che i limiti massimi ideali sono rispettivamente di 28 cm e 30 cm, mentre le misure rilevate collocano la media al limite massimo dei 3 cm di tolleranza, perciò quasi oltre il limite consentito che prevede l’eliminazione dei soggetti dal giudizio in esposizione. Corrado Barani ha quindi evidenziato in proposito il valore del BOB al raduno dell’11 settembre, rappresentante un maschio di 27 cm indicato come modello anche per contrastare la tendenza alle taglie grandi. La dott.ssa Franca Vaccari Simonini proseguirà in futuro i rilievi biometrici anche ampliando i tratti morfologici da misurare come le lunghezze della tibia e della coda. Suddividerà poi le statistiche tra bianchi e rossi per avere un quadro più preciso per ciascun colore in quanto esistono differenze anche rilevanti. Ha inoltre proposto di misurare gli stessi soggetti in varie età (3, 6 e 12 mesi) per poter predisporre le curve di crescita del Volpino Italiano. Relativamente alle altre misure, rientrano nella norma, salvo le lunghezze della testa e del cranio che risultano un po’ superiori al dovuto. Per la testa si è sottolineato che non sapendo se i soggetti con le teste più allungate che in raduno hanno ottenuto qualifiche inferiori (Buono e Sufficiente) siano stati sottoposti a misurazione, altrimenti i dati biometrici della testa potrebbero fornire medie di lunghezza ancora maggiori. L’indagine biometrica verrà ovviamente incrementata al prossimo raduno annuale.

 

4) Prospettive per l’istituzione di un Albo dei Riproduttori: sono stati elencati i requisiti da richiedere per l’iscrizione in questo albo che l’ATAVI intende utilizzare al proprio interno. Le richieste prevedono: misure biometriche rispondenti allo standard + età minima 12 mesi + dentatura corretta e completa, con sviluppo normale dei denti (no microdontia) + DNA depositato e tipizzazione del genoma + esenzione da malattie oculari ereditarie + valutazione morfologica durante il giudizio al raduno annuale di settembre con qualifica minima di Molto Buono + andatura regolare tipica di razza. Se il giudice del raduno sospetterà problemi alle rotule, il soggetto verrà fatto rivedibile finchè non presenterà la certificazione del relativo esame risultante non grave. NOTA BENE: verrà inoltre predisposto un monitoraggio per il momento a solo scopo casistico per verificare l’incidenza della displasia dell’anca nel Volpino Italiano e soltanto se risulterà preoccupante verranno presi gli opportuni provvedimenti per richiedere anche questo fattore ai fini dell’iscrizione all’albo dei riproduttori, in quanto adesso non ci sono dati sufficienti in proposito. Relativamente alle anzidette richieste, si precisa che la tipizzazione del genoma servirà per verificare l’incidenza del sangue Kleinspitz nel Volpino Italiano in prospettiva della purificazione della nostra razza autoctona. Per chiusura dei denti corretta si intende che gli incisivi superiori ed inferiori debbano toccarsi in qualunque modo, cioè forbice normale, tenaglia e forbice rovescia, perché in questo momento è decisamente più importante creare un ampio parco riproduttori dotato di tipicità, che porre limiti sulla chiusura dentaria.

 

5) Caratteristiche essenziali per la parte morfologica del Test Morfo-Caratteriale: si è deciso di fare solamente il Test Caratteriale, tenendo di riferimento la valutazione morfologica che si effettuerà al raduno annuale di settembre.

 

6) Parte caratteriale del Test con considerazioni sul CAE-1: il CAE-1 di recente pubblicazione non viene ritenuto idoneo al Volpino Italiano per gli scopi prefissati dall’ATAVI in quanto prevede pur sempre un minimo di addestramento.
Si stabilisce invece un test caratteriale appositamente studiato per il Volpino Italiano, che potrà avere inizio anche durante le misurazioni biometriche.
L’età minima di ammissione è di dieci mesi.
La valutazione espressa, da riportare sul libretto delle qualifiche, non prevede punteggio e quindi il soggetto può essere “approvato” o “non approvato”.
Il test si svolge con il cane munito di collare metallico o di cuoio o di stoffa, non a strangolo né a semistrangolo e sempre tenuto al guinzaglio.
Il cane non dovrà essere toccato né da estranei né dal giudice.
Qualora il cane non sia costantemente sotto il pieno controllo del conduttore o non superi la prova, potrà essere ripresentato al test purché sia trascorso almeno un mese.
Qualora, anche in una seconda occasione, il cane risultasse “non approvato”, non potrà più essere ripresentato.
-si inizia con la presenza di tutti i soggetti partecipanti mantenuti a una distanza di circa due metri l’uno dall’altro.
In questa fase si procede all’identificazione dei cani mediante lettura dei microchip con rilevatore fornito dal comitato organizzatore.
In questa fase il giudice valuta anche il grado di socializzazione del cane nei confronti dei consimili.
Un atteggiamento di usuale rivalità tra soggetti di sesso diverso rientra nella norma, mentre deve essere valutato negativamente se espresso tra maschio e femmina.
Terminata questa fase preliminare, il conduttore entra in campo con il cane al guinzaglio lento (lunghezza di un metro e mezzo) e si dirige a passo normale verso il giudice per presentarsi.
Su indicazione del giudice, il conduttore, senza tenere il cane sotto comando, dovrà passare per due o tre volte in mezzo a un gruppo di persone (sei o sette), sia ferme che in movimento.
Queste persone, possibilmente sempre le stesse per tutti i cani sottoposti alla prova, potranno parlare tra loro, non dovranno mai venire a contatto con il cane, lo guarderanno con naturalezza e senza nessun atteggiamento di sfida.
Durante uno dei passaggi (non al primo) un componente del gruppo lascerà cadere per terra, con naturalezza, un oggetto (un secchio, una borsa o altro).
Il cane dovrà rimanere indifferente e non dimostrare timore, ma sarà valutata nella norma una normale reazione di curiosità.
Terminata questa fase, cane e conduttore si recheranno a passo normale davanti al giudice.
Prima di terminare la prova, il cane supererà saltandolo un ostacolo naturale  non più alto di 50 centimetri.
 

 

7) Stesura di una proposta di regolamento per il campionato sociale ATAVI: prevista l’assegnazione di questo titolo nel raduno Nazionale annuale  (quando il regolamento verrà approvato dall’ENCI) al miglior maschio adulto ed alla miglior femmina adulta tra le classi intermedia, libera, campioni e veterani, purché abbiano superato preventivamente il test caratteriale. Il titolo agli adulti verrà assegnato una sola volta nella vita di un soggetto, perciò se lo stesso soggetto dovesse risultare il migliore anche successivamente, il titolo verrà assegnato al soggetto seguente in graduatoria. Prevista inoltre l’assegnazione dei titoli di campione sociale giovani al miglior maschio ed alla miglior femmina risultanti primo eccellente in classe giovani, sempre al raduno nazionale. I campioni sociali giovani potranno ovviamente diventare anche campioni sociali adulti in futuro. Lo scopo è quello di indicare con il titolo di Campione Sociale ATAVI i modelli più rappresentativi della tipicità di razza.

 

8) Proposta di nominare una “Commissione Volpini Italiani Rossi”: questa proposta di Antonio Crepaldi ha lo scopo di procedere appositamente per questa varietà, per adottare le misure più opportune al suo sviluppo selettivo verso lo standard, che in questo momento risulta ancora distante rispetto al livello di tipicità dei migliori volpini italiani bianchi. Sarà composta dagli allevatori di rossi: Amelio Azzarito, Fabrizio Bonanno, Vincenzo Macchione, Alessandro Valente, più Corrado Barani intenzionato ad allevare anche i rossi e Franca Vaccari Simonini per l’apporto scientifico. Alla proposta di Corrado Barani di farne parte anche Antonio Crepaldi, lo stesso non accetta. Quanto prima la “commissione rossi” si metterà al lavoro anche con un viaggio di ricognizione e censimento in Molise e Puglia.

 

9) Varie ed eventuali: è stata apprezzata la proposta di Antonio Crepaldi di recuperare anche i Volpini Italiani di colore nero che erano parte integrante della prima edizione dello standard, perciò con un certo valore storico; in proposito si potrà istituire un’apposita classe sperimentale in concomitanza al raduno annuale di settembre per verificare la corrispondenza allo standard dei soggetti di colore nero; inoltre durante il viaggio in Molise e Puglia che la “commissione rossi” effettuerà prossimamente, si procederà anche a censire e fotografare i soggetti neri. Si è data particolare importanza alla possibilità di conservare il seme congelato dei migliori soggetti bianchi presso una banca del seme canino per evitare in futuro eventuali crisi per diminuzione di riproduttori tipici. La dott.ssa Franca Vaccari Simonini ha riportato le sue esperienze di esperto giudice e tecnico del cavallo Bardigiano (razza autoctona dell’Appennino parmense), sottolineando che il fattore principale è la tipicità di razza, che viene recepita nella sua correttezza dalla documentazione storica, con ciò procedendo alla purificazione della razza dagli inquinamenti recenti. I presenti hanno condiviso questa indicazione che verrà applicata anche nel Volpino Italiano. La dott.ssa Franca Vaccari Simonini si renderà inoltre partecipe per mettere a disposizione un apposito software per l’elaborazione delle genealogie e delle parentele, nonché un altro software che dalle fotografie di soggetti correttamente piazzati rileva le angolature degli arti, che in questo periodo in cui ci sono soggetti troppo angolati potrà rivelarsi utile allo studio della razza. La dott.ssa Franca Vaccari Simonini per la sua elevata preparazione zootecnica è stata particolarmente apprezzata dai componenti del Comitato Tecnico dell’ATAVI, certi del prezioso contributo scientifico che potrà fornire alla nostra associazione tecnica.

 

Affrontati tutti i punti all’ordine del giorno, la riunione alle ore 17 è terminata.

 

Le proposte contenute nel presente verbale (campionato sociale, test caratteriale e Commissione rossi, saranno sottoposte a ratifica del Consiglio Direttivo dell’ATAVI.

 

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Fabrizio Bonanno

 

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